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Ci mancava la guerra…

Non bastava la carenza di energia, non bastavano i colli di bottiglia nei processi produttivi e nemmeno la ripresa della domanda globale, era necessario un evento bellico con tema centrale la produzione e la distribuzione dell’energia per far salire ancora i prezzi del petrolio, del gas naturale e di molte altre commodities, con una conseguenza chiara: ancora inflazione.

Senza entrare nel dettaglio delle problematiche legate ai motivi delle tensioni tra Russia e Ucraina, è importante analizzare le dinamiche di prezzo del petrolio che da questi venti di guerra sono inevitabilmente condizionate.
È difficile oggi pensare che il petrolio potrebbe scendere di prezzo in questo momento.

Tutte le variabili sembrano deporre a favore di un suo ulteriore rafforzamento. La domanda globale sta recuperando, l’OPEC sta cercando di aumentare le quote di produzione che sono però insufficienti a colmare il gap tra domanda ed offerta… e si aggiungono infine le tensioni belliche.
Si sprecano i target price sul petrolio… ormai la quota 100 è andata e si guarda a quota 125, addirittura 150 USD!
E man mano che gli strategyst aumentano i target per l’oro nero, il mercato delle opzioni vede posizioni rialziste, in un pattern che assomiglia sempre di più ad una bolla.

Tutti comprano, ma alcuni iniziano già a pensare che il prezzo del petrolio sia un po’ tirato.

Chi ha avuto la fortuna di vivere il periodo del 2007-2008, si ricorderà una cosa.
Il trend del petrolio può virare velocemente. Nel 2008 il petrolio andò a 150 USD al barile seguendo un trend non diverso da quello attuale.
Poco dopo aver toccato il massimo in area 150, il petrolio è crollato con una velocità 2 volte superiore a quella della salita. In poco tempo è andato a trattare a 30 USD al barile.

Potrebbe accadere anche questa volta?

È possibile.
Questo per ragioni legate alle dinamiche interne al mercato ma anche a dinamiche esterne.

Le prime hanno a che fare con i futuri sviluppi dal lato dell’offerta.
Ciò che spinge al momento il prezzo del petrolio al rialzo è l’assenza di offerta.

Sarà sempre cosi? NO.

Nei prossimi mesi entreranno nel mercato diversi operatori, ognuno dei quali darà il proprio contributo per aumentare l’offerta di petrolio. È il caso del bacino Permiano, in Texas. Solo questo giacimento potrebbe aggiungere 900.000 barili al giorno alla produzione mondiale.

Qualora il petrolio andasse sopra i 100USD al barile, molti produttori sarebbero spinti a pompare più petrolio sul mercato. Si aggiungerebbero poi i major quali gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita e l’Iraq che potrebbero facilmente aggiungere 3 milioni di barili in più. Si aggiunge poi la Russia che nel contesto attuale ha tutto l’interesse a stampare più petrodollari possibili.
Si colmerebbe così il gap tra domanda e offerta che porterebbe il prezzo del petrolio a sgonfiarsi.

C’è poi il tema dell’inflazione

Rialzi del petrolio oltre i 100USD al barile potrebbero aumentare l’inflazione in USA ed in Europa di oltre 60 bps, rendendo tale aumento strutturale. Si aggiungerebbero poi le pressioni inflazionistiche su le altre fonti di energia connesse al petrolio.

In sintesi, il rialzo del petrolio aumenterebbe ulteriormente il rischio inflazione, spingendo le Banche Centrali ad agire, per calmierare l’aumento dei prezzi.
Con le loro azioni di politica monetaria le Banche Centrali ristabilirebbero gli equilibri tra domanda ed offerta. Si potrebbe verificare una situazione in cui gli operatori in precedenza chiamati a produrre di più rimarrebbero ancora a pompare su un mercato ormai caratterizzato da minore domanda.

Il deficit di surplus si potrebbe presto trasformare in un eccesso di produzione, e la situazione tornerebbe nella normalità.

E cosa c’entra tutto questo con i mercati finanziari?

L’inflazione storicamente è un dato cui i mercati guardano sempre con attenzione
Se sale velocemente c’è uno shock in vari ambiti… le obbligazioni scendono, l’azionario subisce la volatilità, e altri asset vanno in fibrillazione.
Ma poi quando la situazione rientra e si stabilizza, come nel caso del petrolio anche i mercati si stabilizzeranno.

È per questo che serve guardare sempre nel lungo termine…

perché nel lungo termine le distorsioni e le inefficienze vengono sempre risolte.
Ed una corretta pianificazione trova sempre dei risponsi positivi in termini di risultati raggiunti.

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