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Fermiamoci un minuto

Chi lavora sui mercati finanziari ogni tanto sente la necessità di fermarsi a pensare, di spegnere i monitor e gli schermi dei computer per non guardare più i mercati.
Soprattutto in un periodo come questo in cui siamo letteralmente bombardati da input, uno in fila all’altro che ci hanno portato ad avere stati di ansia ed angoscia e ci hanno spinto a perdere un po’ di quella lucidità che è necessaria per prendere decisioni razionali.

Per recuperarla è necessario fare qualche riflessione.

I mercati si trovano a prezzare diversi eventi:

  1. Uno scenario di iper inflazione.
  2. Una FED molto aggressiva.
  3. Un possibile rallentamento macroeconomico legato ai rischi geo-politici.

Il tema dei prossimi giorni e probabilmente dei prossimi mesi sarà la gestione dell’equilibrio dei tre punti appena citati.

A seconda che predomini il punto 1, il 2 o il 3 si aprono scenari diversi che a loro volta richiedono scelte di asset allocation differenti.
Lo scenario di elevata inflazione associata ad una FED non troppa aggressiva è uno scenario che premia i titoli value, esposti alla crescita macro e alla crescita dei prezzi.

Potremmo citare i titoli dei settori basic materials cosi come i titoli del settore oil. Nel mercato dei bond i bond inflation linked continuerebbero a farla da padrone ed i rendimenti dei bond governativi rimarrebbero moderatamente elevati, ma non troppo da scatenare eccessivi sell off. I titoli azionari del comparto growth continuerebbero a sotto performare i titoli value perché esposti al rischio aumento dei tassi.

Man mano che la FED diventa più aggressiva e che le sue azioni diventano tangibili ed efficaci, il rischio inflazione dovrebbe essere prezzato di meno.

E a quel punto lo scenario cambia

Quanto più la FED si mostra decisa nel processo dei rialzi, tanto più il mercato sarà portato a prezzare (in anticipo!) un calo dell’inflazione associato ad un rallentamento macro. E allora tutto cambia di nuovo. In tale scenario i bond inflation linked sono da ridurre in portafoglio perché ormai hanno scontato già uno scenario di elevatissima inflazione. I bond governativi come i bond high yield potrebbero subire ulteriore pressione. I primi a causa dell’aumento dei tassi delle curve ed i secondi (anche) per l’aumento degli spread di credito legati a scenari di rallentamento macro.
I titoli value continuerebbero ad essere più comprati rispetto ai titoli growth, ma la differenza diventerebbe marginale.

Da un lato lo scenario di rallentamento macro porterebbe a comprare meno value e più growth, dall’altro lo scenario di aumento dei tassi spingerebbe ad essere cauti sui titoli growth.

C’è poi il terzo scenario, quello caratterizzato dalla predominanza dei rischi geo politici. In tal caso si concretizzerebbe una situazione che potremmo definire capovolta. Il focus degli operatori si sposterebbe dal rischio inflazione al rischio crescita. È vero che in una prima fase si assisterebbe ad uno spike importante dei prezzi energetici, ma in poco tempo, il mercato finirebbe per prezzare uno scenario di forte rallentamento macro associato, appunto, all’impennata dei prezzi dell’energia.

In tale scenario, caratterizzato, appunto da un cambio di focus dall’inflazione alla crescita si tornerebbe al punto di partenza. Il mercato finirebbe per prezzare una recessione, un forte rallentamento della domanda globale causato dal brusco calo del potere di acquisto delle famiglie.

A quel punto, in un contesto recessivo, le banche centrali tornerebbero necessariamente ad essere accomodanti e non più hawkish come fino ad ora scontato dal mercato. Si potrebbe assistere ad un recupero dei bond governativi pur associato al mantenimento di spread più elevati nel comparto high yield. Sul comparto azionario tornerebbero in voga i titoli growth mentre si assisterebbe a prese di profitto sui titoli del settore Oil, Basic resources, banche e industriali.

Tutto questo per dire che gli scenari sono molteplici e sarebbe un grave errore scommettere sulle probabilità di accadimento di uno scenario piuttosto che di un’altro e fare delle scelte di investimento in base a una di queste previsioni.

In un’ottica di pianificazione dei propri obiettivi servirà adottare una strategia di diversificazione che tenga conto di tutti gli aspetti per non trovarsi mai impreparati e delusi dagli eventi.

Buona pianificazione a tutti.

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