
E la BCE che farà?
In un contesto così difficile come quello attuale, con la guerra in Ucraina a condizionare l’andamento dei mercati, c’è un altro tema da affrontare.
Il tema dell’inflazione.
Soprattutto in Europa gli ultimi dati sono a dir poco preoccupanti.
La sfida che si pone di fronte a Cristine Lagarde è molto difficile, ardua.
Dovrà prendere delle decisioni molto importanti in un momento già di per sè difficile.
Analizzando i dati CPI dei prezzi al consumo si vede come siano saliti del 5.1% a gennaio, mentre l’indice dei prezzi di produzione PPI ha mostrato incrementi su base annua nell’ordine del 26.2% nella rilevazione di dicembre.
Questo in un contesto in cui i rendimenti a breve della curva in Europa sono ancora prossimi allo zero.
Ne consegue che i rendimenti reali sono ancora molto, molto negativi.
Il dilemma per la Lagarde ora è questo:
è corretto rialzare i tassi di interesse per calmierare l’inflazione rischiando di mandare l’economia in recessione in un momento così delicato?
I rischi di una mossa avventata, fatta sull’emotività del momento, o per meri motivi politici, sussistono.
A guardare i dati, le attese di inflazione, il movimento dei tassi di mercato e non ultimo il rischio di un rallentamento globale associato alla salita del petrolio in seguito al conflitto tra Russia-Ucraina, potremmo dire che un rialzo non è necessario.
Anzi, potremmo addirittura dire che il mercato sia già andato oltre.
Mai la situazione è stata così confusa.
Stando alle proiezioni di inflazione degli stessi economisti, la BCE dovrebbe rimanere praticamente ferma, al massimo potrebbe alzare di 25 bps.
Ma ulteriori mosse si rivelerebbero eccessivamente restrittive in un contesto in cui l’inflazione dovesse tornare sotto il 2%.
Guardando alcuni grafici prospettici si nota che le prospettive di inflazione per le varie aeree geografiche in Europa sono in calo.
Risulta abbastanza evidente che l’inflazione è destinata a rientrare entro la fine dell’anno in corso, questo nonostante il conflitto.
Quindi che fare?
Difficile dirlo… come sempre fare scelte sulla base di previsioni è sempre un azzardo.
Riteniamo che, a prescindere da cosa deciderà la BCE, investire seguendo una corretta diversificazione permetta sempre di affrontare al meglio il mercato… quali che siano le decisioni della Lagard.