Correzione o Bear Market?
Abbiamo assistito ad una settimana particolarmente calda che ha visto forti prese di beneficio sul comparto azionario, in particolare sul mercato americano.
Ancora una volta il tema è stato quello dell’inflazione e degli effetti che il surriscaldamento dei prezzi potrà avere sui mercati e sulle future mosse della FED.
Le vendite sono state generalizzate.
Ma per alcune categorie di titoli, cosiddetti GROWTH, sono state molto più marcate.
A scendere maggiormente sono stati i titoli caratterizzati da valutazioni elevate ed assenza di utili (meme stocks e China ADR) ma anche semiconduttori, i Fang, le crypto. ect., hanno sovraperformato i titoli del settore real estate e quelli del Russel 3000.
Ma una cosa è chiara:
è sceso tutto e soprattutto la pressione si è intensificata in chiusura, ad indicare la necessità e la voglia di uscire.
E ora?
Ora siamo tutti qua a chiederci se la “correction” che ha fatto il Nasdaq100 possa tradursi in un bear market.
La risposta non è semplice.
La correttezza della stessa dipende dalle aspettative sull’inflazione e dalle attese per le future mosse della Fed.
Nonostante abbiamo assistito ad una correzione, le valutazioni dei titoli del Nasdaq sono ancora piuttosto elevate e questo
potrebbe portare ad ulteriori correzioni.
Inoltre, da un confronto dei grafici del Nasdaq100 equal weighted ed il Nasdaq100 si nota che sono i titoli a più grande capitalizzazione che devono ancora scendere.
Gli altri sono già scesi.
Quindi, per capire se il Nasdaq100 abbia ancora spazio per ulteriori discese diventa importante seguire la reporting season delle big cap dell’indice.
In secondo luogo acquista un’importanza rilevante la riunione della FED attesa per questa settimana.
Ciò che vuole capire il mercato è quanto la FED sarà aggressiva.
Alcuni economisti e strategyst, come quelli di Goldman sono arrivati a dire che la FED procederà con un rialzo ad ogni meeting fino alla fine dell’anno.
Fino ad ora abbiamo visto che il mercato azionario si sta allineando a questo scenario.
C’è comunque una buona notizia a sostenere una possibile tenuta del mercato: gli utili aziendali continuano ad essere visti in rialzo.
Starà ora alla Fed assolvere il suo compito di calmierare l’inflazione senza porre troppi freni alla crescita macro.