Comprare o non comprare… questo è il dilemma.
Il dubbio amletico degli operatori in questo periodo riguarda il mercato azionario.
Ci si interroga sulla convenienza o meno di comprare azioni.
Per rispondere a questo interrogativo si potrebbe fare una constatazione, ossia che
l’azionario in questo momento è interessante in termini relativi meno in termini assoluti.
Ma la risposta, come al solito, va articolata meglio.
I bear si focalizzano su tutti gli aspetti negativi che possono essere sintetizzati in:
- Uno scenario caratterizzato da elevati tassi di interesse
- Uno scenario caratterizzato da una contrazione dei margini
- Uno scenario di rallentamento macro e di minore crescita degli utili.
- Valutazioni azionarie ancora molto elevate (seppur meno tirate di 12 mesi
fa).
Sulla base di questi fattori, gestori, strategyst, hedge funds sono tutti bearish, cauti e continuano a vendere e a ridurre il proprio rischio di portafoglio.
Chi non ha venduto sul sell off, lo sta facendo ora, su questo rimbalzo, salvo poi pentirsi ogni giorno di averlo fatto.
Nelle ultime tre settimane, infatti, lo S&P500 è salito parecchio e si tratta del rialzo più lungo e duraturo da ottobre.
Difficile quindi chiamarlo rimbalzo.
Qualcuno inizia a dubitare che sia solo un rimbalzo ed inizia a grattarsi il capo.
E tale rialzo si è verificato in un contesto di continuo de-risking da parte dell’industria.
I dati forniti periodicamente da Goldman Sachs evidenziano che nel corso degli ultimi 21 giorni, i fondi Hedge hanno ridotto le proprie posizioni in ben 15 sedute.
Alcuni hanno solo venduto, altri hanno ridotto la gross exposure, comprando titoli short e vendendo titoli long.
Quindi? Perché sale il mercato?
Le ragioni hanno a che fare principalmente con scelte di tipo “relative”. Molti gestori e strategyst, nonostante continuino ad essere bearish in termini assoluti, sono costretti a rimanere sovra pesati in azioni “in termini relativi”. Potremmo dire che, in un contesto in cui Bond e Cash risentono in modo importante dell’aumento dei prezzi e offrono rendimenti reali negativi, l’asset class azionaria è vista come “un asset class più sicura”.
Chi compra le azioni sostiene poi che:
- Il mercato del lavoro statunitense è ancora molto forte
- I consumatori americani hanno ancora un elevato cuscinetto di risparmi
accumulati in tempi di pandemia da cui poter accingere - (quindi) La FED riuscirà a gestire un soft landing.
E poi non mancano gli amanti delle strategie “buy on the deep”.
Questi trader o investitori di breve corso, si sono “buttati” sul mercato sui recenti sell off tramite l’acquisto di azioni
Sono stati comprati titoli “familiari”, conosciuti ai più come Apple, Tesla.
Basti dare un’occhiata ai grafici di questi due titoli per avere un’idea di questo pattern.
Anche i dati sui volumi delle opzioni delle Meme stocks più scambiate segnano uno evidenza importante nelle ultime sedute, proprio ad indicare un ritorno di interesse degli investitori retail sul comparto.
Altri titoli sono saliti in preda alle ricoperture dei fondi Hedge focalizzati a ridurre la loro esposizione
In sintesi, la picture del mercato è la seguente:
- Gli investitori istituzionali stanno vendendo le azioni che hanno maggior rilievo nel lungo termine.
- I fondi Hedge anche loro stanno vendendo queste azioni che possiamo definire “consensus long” e stanno ricomprando le azioni oggetto di posizioni short, ossia di vendita allo scoperto.
- Gli investitori retail, che rappresentano il resto del mercato, comprano Meme Stocks e titoli Consensus long venduti dagli istituzionali.
Morale. La pressione in vendita degli istituzionali viene in parte assorbita dagli acquisti dei retail investors.
Le ricoperture e gli acquisti delle small cap tengono tonici i listini.
A questo si aggiungono acquisti “relative” da parte di chi deve allocare in termini relativi la liquidità.
E poi diciamolo, nelle ultime settimane c’è stato anche chi, dopo aver venduto sul sell off, si è pentito di averlo fatto, ed è corso a ricomprare, sperando di non pentirsi nuovamente.
Possiamo concludere che il mercato è diviso tra chi pensa che nel breve termine si continuerà a salire e chi invece la pensa diversamente.
Sappiamo che questa dinamica regola la legge della domanda e dell’offerta, la quale nel lungo periodo riesce a trovare sempre punti di equilibrio in posizioni di valore sempre più alte del mercato
Questo perché
l’economia, nel lungo termine appunto, cresce sempre.
Buona crescita a tutti.