C’è un rischio tasso?
È dall’inizio dell’anno, forse da prima, che non si fa altro che parlare del rischio legato al rialzo dei tassi.
Si sono sprecate moltissime analisi su come i futuri aumenti dei tassi impattino sulle valutazioni dei growth stocks, ma soprattutto su quelle aziende con “duration finanziaria” molto lunga.
Il che tradotto significa che le aziende con prospettive di crescita spalmate su orizzonti temporali molto lunghi hanno necessariamente bisogno di un tempo molto lungo per recuperare, sotto forma di utili, l’investimento nell’azione stessa.
Sono state fatte inoltre molte analisi sulle dinamiche dei mercati obbligazionari, dove si sono registrati rialzi delle curve dei rendimenti un po’ ovunque.
Questo rialzo ha fatto scendere anche i bond high yield che hanno subito un contraccolpo interessante negli ultimi giorni.
Il tema del rischio tasso quindi non può più essere analizzato solo in termini valutativi, ma anche in termini di bilancio, di equilibrio economico e finanziario.
Detto in altre parole, se aumentano i tassi e le curve di rendimento salgono, salgono inevitabilmente anche i costi di finanziamento per le aziende.
Gli oneri finanziari diventano sempre più pesanti andando a pesare come macigni sugli utili delle aziende.
A parità di utili operativi, gli utili netti finiscono per scendere e finisce per scendere anche il net cash flow, dato che in parte esso è assorbito per pagare i maggiori interessi.
E questo pesa
Pesa molto per aziende molto indebitate e con problemi a produrre cassa.
Pesa poco per aziende poco indebitate e capaci di produrre cassa in modo consistente negli anni.
E allora ecco che un’attenta valutazione di questi aspetti può davvero permettere ad un investitore di limitare i rischi legati ad un aumento dei tassi.
Il focus del mercato nei prossimi mesi sarà sempre più incentrato sulla ricerca della solidità finanziaria, sulla qualità e sostenibilità degli utili, della capacità di produrre cassa, della profittabilità e del c.d. Credit Smart Ratio, un indicatore sintetico prodotto da Reuter che sintetizza, in un unico valore, il rischio credito della società.
Se da un lato quindi avremo una possibile penalizzazione per quei settori fortemente indebitati e con bassi margini di crescita, avremo dall’altro un apprezzamento del mercato per quei settori che invece hanno una buona capacità di generare utili e un basso se non nullo indebitamento.
Mai come in questo momento sarà importante pianificare una corretta allocazione dei vari asset.
Sarà il valore aggiunto dei prossimi anni.